Publisher's Synopsis
Sanremo era già uno dei posti più misteriosi d'Italia, ma, con l'intervento del Dio biblico in una dimora buddhista, la città arriva a superare se stessa. In questo libro si racconta - con calma perché non c'è nessuna fretta di arrivare alla fine del mondo - la storia del Castello Devachan, costruito da un aristocratico britannico seguace del movimento teosofico di Helena Petrovna Blavatsky. Si parla dei suoi stonati abitanti e delle loro vicende, come quella dell'uomo che fregò a Lenin un milione di dollari. Tutti i fili convergono però sulla conferenza che vi si svolse nel 1920, quando alla Gran Bretagna venne assegnato il mandato sulla Palestina, con annessa Dichiarazione Balfour, favorevole alla nascita di un "focolare" ebraico. Un evento considerato fondamentale per la nascita dello stato di Israele; così importante che il governo di Benjamin Netanyahu ha voluto ricordarlo solennemente nel suo centenario, con il coinvolgimento delle istituzioni italiane. Sarebbe opportuno a questo punto un gemellaggio tra la città del Festival e Patmos, l'isola greca dove l'apostolo Giovanni ha scritto l'Apocalisse. Folti gruppi di cristiani evangelici sionisti, soprattutto negli Stati Uniti, invocano infatti il nome di Sanremo collegandolo allo scenario catastrofico annunciato dalle profezie bibliche. Milioni di persone si prospettano con fermezza scenari come il "rapimento" dei giusti, quando Yahweh, prima della venuta del Messia e del Giudizio universale, rimuoverà dal pianeta tutti i suoi veri credenti.
Scriveva nel 1923 Leo Perutz, boemo di origini ebraiche: Giudizio universale: vuote sillabe d'altri tempi. Il tribunale di Dio: suscita in voi qualche sentimento questa espressione?. Qualunque sia la risposta, sembra che dovrà passare per il palco di Sanremo.